Il Tirant lo Blanch tra i versi del Mambriano di Francesco Cieco da Ferrara

Autori

  • Jacopo Gesiot Università degli Studi di Udine

DOI:

https://doi.org/10.13136/2284-2667/35

Parole chiave:

Tirant lo Blanch, Mambriano, Francesco Cieco da Ferrara, Gonzaga, relazioni letterarie Italia-Penisola iberica, literary relations between Italy and Iberian Peninsula

Abstract

Le prime tracce della presenza del Tirant lo Blanch presso le corti dell'Italia settentrionale risalgono al dicembre del 1500, allorché Isabella d'Este Gonzaga chiedeva in prestito il romanzo di Martorell ad Antonia del Balzo, signora di Bozzolo e familiare della marchesa, che da poco ne era entrata in possesso nel corso di un viaggio a Napoli. Questo fatto dimostra come, in anticipo rispetto all'interesse suscitato dalla successiva ondata di traduzioni di libros de caballerías, le corti padane fossero inclini ad accogliere un largo spettro di narrazioni, anche di carattere meno convenzionale, data la richiesta continua da parte dei signori condottieri di nuovi esempi di cavalleria. La composizione del Mambriano per l'ambiente gonzaghesco rappresenterebbe un caso di apertura nei confronti delle recenti suggestioni iberiche, in quanto proprio il Tirant lo Blanch potrebbe aver fornito al Cieco da Ferrara un repertorio di formule, gesti emblematici e situazioni a cui attingere liberamente qualora abbisognasse di un spunto o, a seconda del grado di notorietà del testo catalano, di un'auctoritas per certi passaggi corrispondenti all'ideale militare del suo signore.

 

The first trace of Tirant lo Blanch reading at Northern Italian courts occurred in December 1500, when Isabella d'Este, marchioness of Mantua, asked her relative Antonia del Balzo of Bozzolo to lend Martorell's novel, which she had recently obtained in Naples. Far before the further overflowing of Italo-Hispanic prints, this circumstance exemplified the predisposition of the courts to receive a diversified array of chivalric works, even more than conventional ones, which were susceptible to be reinterpreted by courtesan poets inclined to satisfy their lords condottieri always desirous of chivalresque samples. The Mambriano of Francesco Cieco da Ferrara may have represented a case of openness to latest Iberian romances, since Tirant lo Blanch would have provided the ferrarese with an inventory of formulas and emblematic actions all the time that he needed attractive auctoritas, in order to captivate his master Francesco II Gonzaga.

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Biografia autore

Jacopo Gesiot, Università degli Studi di Udine

Dottorando presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell'Università degli Studi di Udine

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Pubblicato

2015-12-22