«Plantamos jardines y edificamos la habitación del Monte»: prácticas arquitectónicas y jardineras de la nobleza española en la Edad Moderna. Aproximación a los vínculos entre destinatarios, sus jardines y los libros de caballerías
DOI:
https://doi.org/10.13136/2284-2667/17Parole chiave:
Romanzo cavalleresco, giardini, giardineria, architettura, libros de caballerias, dedicatari,Abstract
Algunos de los destinatarios de los libros de caballerías españoles, en su mayoría nobles que pertenecían a los grandes linajes, ejercieron prácticas arquitectónicas que incluyeron la edificación de jardines en sus palacios y casas de recreo. Este comportamiento revela no sólo unas inclinaciones culturales, sino también unas afinidades espirituales entre estos nobles que hacen de la arquitectura y de la traza de jardines una de sus aficiones. Este artículo pretende hacer una primera aproximación a los vínculos y relaciones que pueden establecerse entre esta práctica cortesana y la presencia de los jardines en la ficción caballeresca del siglo XVI.
Some addressees of the Spanish Romances of Chivalry, most of them, nobles that belonged to great lineages, applied architectural practices that include building gardens in their palaces and recreational houses. This behavior reveals not only cultural tendencies but also a spiritual affinity among those nobles that made architecture and garden design, one of their pastimes.
This paper pretends to do a first approach to the bonds and relations that can be established between this courtesan practice and the garden’s presence on the chivalresque fiction of the Sixteenth century.
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