Una “onça” minaccia la sorte di Clarimundo

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DOI:

https://doi.org/10.13136/2284-2667/1528

Parole chiave:

eroismo, romanzo cavalleresco, simbologia, stregoneria, XVI secolo portoghese

Abstract

Molto giovane, ma già “gentiluomo di camera” del principe João, il figlio di re Manuel, João de Barros (1496-1570) scrisse la Cronaca dell'imperatore Clarimundo (1522). Contrariamente alle sue aspettative, ovvero che con essa avrebbe semplicemente “allenato la sua penna per opere di più ampio respiro”, la narrazione vide un buon numero di ristampe. Si tratta di un testo ben strutturato che segue lo sviluppo di Clarimundo nelle armi e nell'amore, dalla nascita alla regalità e alla perdita del figlio D. Sancho. Le sue “avventure”, piene di immagini e simboli, vanno oltre il panorama storico del XVI secolo a cui sono ancorate. In una di esse, con implicazioni di vasta portata, Clarimundo affronta un giaguaro (“onça”), un animale la cui difficoltà di identificazione inizia con l'etimologia della parola: ciò che questo articolo intende esaminare è proprio quest’ultimo aspetto dell’opera.

Pubblicato

2024-12-28 — Aggiornato il 2024-12-28

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