Mezzogiorno aragonese e settentrione cortigiano: una direttrice per la diffusione delle culture iberiche in Italia
DOI:
https://doi.org/10.13136/2284-2667/46Ключевые слова:
Italia e Spagna, relazioni culturali, Napoli aragonese, Gonzaga, Este,Аннотация
Questo lavoro si propone di ricostruire un ipotetico tracciato di diffusione della cultura iberica in Italia, principiato a partire dal prestigioso catalizzatore della corte aragonese di Napoli, e via via ramificatosi attraverso i centri dell'Italia padana a cavallo tra Quattro e Cinquecento. Visti i primi contatti a opera di mercenari, studenti ed ecclesiastici, si passa a studiare la fioritura della cultura plurilingue raccolta attorno ad Alfonso di Trastámara nel quadro della rete di relazioni, soprattutto matrimoniali, intessute con le corti settentrionali. Sulla scorta dei vari accasamenti, a cui si somma quello splendido di Lucrezia Borgia con Alfonso d'Este, si spargono attraverso la penisola intrattenitori e artisti di diversa qualità, interpreti di una letteratura, talvolta estemporanea, che finisce per interessare pure intellettuali di peso, come il Bembo e l'Equicola, arbitri di una cultura cortigiana che, ai suoi margini, si apre alle novità originate nella Penisola iberica. Al termine di questo excursus, interrotto con l'incoronazione bolognese di Carlo V, si raccolgono i segnali di un'assimilazione ormai compiuta, e, come si suggerisce nell'ultima sezione, sfociata nei primi accenni di un'operazione critica e di sistemazione, parallela al recupero delle lettere provenzali, che provvederà le condizioni per i primi passi della romanistica cinquecentesca.
The present work aims to reconstruct a hypothetical blueprint of the spread of Iberian culture in Italy, which gradually extended to the centers of Northern Italy between the 15th and the 16th centuries, since the settling of the Aragonese court in Naples. Starting from the first contacts thanks to mercenaries, ecclesiastics and university students, the essay continues analysing the flowering of the multilingual culture gathered around Alfonso of Trastámara, related to the northern courts through nuptial agreements. As a result of various marriages, included the matrimony between Lucrezia Borgia and Alfonso d'Este, several Spaniard poets and entertainers left the South directed to the Po valley, where they diffused models of literature –sometimes extemporaneous– that eventually interested important intellectuals such as Pietro Bembo and Mario Equicola, arbiters of a courtesan culture slightly opening to Iberian literatures. The conclusion of the present article outlines the first attempts of interpretation of this production and the effort to compare romance languages and culture during the Renaissance, in parallel with the redicosvery of Occitan literature, as the definitive proof of complete assimilation and consequent criticism.
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